La battaglia estenuante di Djokovic contro il caldo

In una sequenza di eventi mozzafiato, i campi da tennis di Shanghai si sono trasformati in veri e propri forni. In visibile difficoltà, Novak Djokovic ha affrontato una sfida inaspettata: il caldo opprimente. Pur lottando contro il clima e un infortunio alla caviglia, Djokovic è riuscito ad avanzare ai quarti di finale, ma non senza sacrificare il suo comfort e il suo benessere. Accovacciato e vomitante a bordo campo, ha incarnato la resilienza dei giocatori in condizioni estenuanti.

Un clima implacabile affligge il torneo

Mentre la temperatura ha superato i 30°C e l’umidità è salita oltre un insopportabile 80 percento, i giocatori sono stati costretti a combattere contro la natura. Il torneo si è dimostrato implacabile, senza pietà nemmeno per i migliori atleti, tra cui Alexander Zverev, che ha dovuto fermarsi a metà partita per cambiare le scarpe intrise di sudore. Con il progredire del torneo, si prevede che queste condizioni peggioreranno, potenzialmente raggiungendo il picco nell’ultimo giorno con temperature previste fino a 33°C. Secondo Al Jazeera, i tennisti stanno affrontando una battaglia climatica che trascende lo sport stesso.

I giocatori chiedono azioni immediate

Il toccante appello di Holger Rune, “Volete che un giocatore muoia in campo?” ha messo in evidenza la necessità impellente di misure protettive. L’Associazione dei Giocatori Professionisti di Tennis (ATP), sebbene dia priorità alla sicurezza dei giocatori, rimane statica, con decisioni affidate ai supervisori in loco. In netto contrasto con l’attuale posizione dell’ATP, l’Associazione di Tennis Femminile (WTA) ha una politica definita per il caldo a Wuhan, che prevede pause e potenziali modifiche ai campi per mitigare l’esposizione al calore.

Allarmanti richieste di riforme politiche

Il francese Arthur Rinderknech ha rivelato la lotta condivisa da tutti i presenti, sottolineando che anche il pubblico non è risparmiato dalla morsa del caldo. Man mano che il cambiamento climatico influenza sempre più i modelli meteorologici globali, si prevede un aumento della frequenza di tali condizioni estreme. Le richieste di cambiamento dei giocatori sottolineano l’urgenza di una politica sul calore riveduta e robusta.

Una tempesta in fermento a Wuhan

Le donne che competono a Wuhan stanno affrontando condizioni altrettanto punitive. Con temperature che superano costantemente i 30°C, giocatrici come Emma Raducanu e Iga Swiatek hanno espresso la loro preoccupazione condivisa per la sicurezza dei giocatori. L’appello di Swiatek per una programmazione più consapevole evidenzia ulteriormente la necessità di un cambiamento istituzionale per preservare la salute degli atleti.

In questo clima infuocato, sia letterale che metaforico, l’appello per un adattamento sistemico risuona più forte che mai. Mentre cala il sipario su questo spettacolo ardente in Cina, una domanda persiste: quanto tempo ci vorrà prima che queste richieste si traducano in azioni tangibili?